Cavalieri adulti di Comunione e Liberazione
Dal percorso di studi sulla cavalleria cattolica della Fraternitas è nata un’esperienza comunitaria che non si limita all’approfondimento culturale, ma diventa vita. Non è un gruppo chiuso, né un’associazione formale: è un popolo in cammino che dentro la proposta educativa del movimento ha trovato la forma adulta di una amicizia.
Abbiamo riconosciuto che la vera fraternità nasce quando si porta a un altro ciò che si è incontrato. Noi abbiamo incontrato una compagnia che propone un’ipotesi positiva per la vita, e questa attrattiva ci ha raccolti dentro un NOI. Non è che siamo amici e basta — l’amicizia è una grazia — ma stiamo insieme perché ci è accaduto un Avvenimento. Giorgio Gaber, nella Canzone dell’appartenenza, diceva: “sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire NOI”. Ecco: noi domandiamo la grazia dell’appartenenza a un luogo dove il Destino si faccia sentire.
Amare la realtà, così come ci è data, è la nostra vocazione. Anche quando costa fatica. Perché la fatica serve a farci sentire la vita più nostra. Il cuore si spegne se non è alimentato, e allora l’uomo diventa fuggiasco, scappa dalle circostanze come un vigliacco. Ma noi non siamo vigliacchi: vogliamo starci dentro, affrontare, se serve, dare i colpi giusti. Perché tenere vivo il cuore è la condizione per non perdere l’occasione che un Mistero, da un momento all’altro, può offrirci bussando alla porta.
Il cristianesimo non nasce come idea o progetto, ma come un Avvenimento che investe la vita e la cambia. Così la cavalleria cristiana non è nostalgia del passato, ma risposta presente a un richiamo che ci raggiunge oggi e ci consegna un compito.
Il cavaliere cristiano vive la sua promessa come adesione a Cristo e appartenenza alla Chiesa, certo che la sua vita è segnata da un destino buono, e che nulla di ciò che è offerto in Cristo va perduto.
La compagnia dei cavalieri è già segno di un mondo nuovo: come l’onda piccola di un sassolino che scuote tutta l’acqua. Non è un progetto nostro, ma la testimonianza che Cristo è vivo, che la Sua presenza cambia l’uomo e la storia. Questo è il compito: lasciar trasparire al mondo che Cristo è presente.
La Regola non è legge che opprime, ma custodia di una Presenza.
Tre sono i gesti quotidiani che ci educano:
Recitare la Preghiera del Cavaliere, un Padre Nostro al mattino, l’Angelus a mezzogiorno e il Memorare la sera.
Condividere i bisogni dei compagni d’armi: nessuno cammina da solo.
Essere testimoni nel mondo di ciò che si è incontrato.
La vita cavalleresca si alimenta attraverso momenti comuni:
gli incontri mensili, come la Scuola di comunità, i Raggi o le lezioni di cavalleria cattolica;
la giornata d’inizio, in cui si accoglie il tema dell’anno;
la promessa annuale, rinnovata davanti a Cristo Re e al santo patrono;
i pellegrinaggi, i ritiri, le veglie: segni concreti di cammino e conversione.
Fede: adesione a un Avvenimento.
Carità: aiuto al compagno e testimonianza al mondo.
Obbedienza: riconoscere un Altro come origine della propria azione.
Coraggio: certezza che Cristo è più forte del male.
Castità: sguardo puro che vede ogni cosa in rapporto a Cristo.
Essere cavaliere non è un titolo, ma un’appartenenza. Da soli non si regge la lotta. Si ha bisogno di una compagnia, di un popolo, di una fraternità. L’io del cavaliere diventa parte di un Noi: la Fraternitas Caroli Magni, che è espressione della Chiesa.
Ogni compagnia ha i suoi segni. Noi portiamo la croce di San Benedetto, costruttore di comunità. Non come feticcio, ma come richiamo al Mistero. Il segno non è ornamento: è memoria viva della promessa.
La promessa è un atto vocazionale, scandito da adorazione eucaristica, Messa e rito comunitario. Il cavaliere, chiamato per nome, risponde «Eccomi» e si affida a un santo patrono, ricevendo la croce e la dedicazione. È il segno che Cristo ha preso sul serio la sua vita.
Il Liber non è semplicemente un testo, ma una testimonianza scritta della vita e del cammino della Fraternitas Caroli Magni. Nasce dal desiderio di custodire e trasmettere l’esperienza della cavalleria cattolica vissuta oggi: non come memoria nostalgica del passato, ma come risposta a un Avvenimento presente che cambia la vita.
Dentro le sue pagine si trovano:
la visione della cavalleria cristiana come appartenenza a Cristo e alla Sua Chiesa;
la Regola dei Cavalieri adulti, che custodisce i gesti quotidiani di preghiera, compagnia e testimonianza;
i gesti della fraternità, segni concreti di cammino e di conversione;
la preghiera del Cavaliere, atto di consacrazione a Cristo Re;
il cerimoniale della promessa, che segna l’appartenenza alla Fraternitas;
la riflessione sulle virtù cavalleresche, che educano lo sguardo, il cuore e l’azione.
Il Liber è dunque un compagno di strada: una guida che non impone regole esteriori, ma custodisce una Presenza che convoca, sostiene e rinnova.
È il segno di una comunità di uomini che, raccolti da Cristo, desiderano vivere il loro “sì” nel mondo, testimoniando che la fede non è idea, ma vita.